Le emozioni
Ogni giorno e ogni anno della nostra vita, fin da prima della nascita,già nel grembo materno,assorbiamo o facciamocontinuamente esperienza di molteplici emozioni, sia positive che negative.
Le emozioni svolgono un ruolo fondamentale a livello evolutivo: servono a proteggerci, a farci riconoscere i pericoli, a difenderci, oppure viceversa ad essere attirati piacevolmente verso una relazione che offra sicurezza e protezione, ponendosi come basi dei primi scambi comunicativi tra neonato e caregiver.
Crescendo lungo il corso della vita, le emozioni possono via via assumere anche significati più complessi,fornendo – come evidenzia il dottor. Nelson, “motivazione, direzione e messaggi da e verso il nostro corpo, verso il nostro Sé più alto, e anche verso il Divino”.
Le emozioni inoltre non vengono dal nulla, ma sono generate dai nostri corpi sulla base di due criteri: ciò di cui stiamo facendo esperienza nel qui e ora, e le informazioni immagazzinate nei nostri corpi e nelle nostre menti, provenienti dalle esperienze passate. Quindi, sia che stiamo provando felicità o vergogna, quella emozione proviene dal profondo di noi stessi e per un motivo ben preciso.
Ma qual è l’etimologia del termine emozione?
Emozione deriva dal latino e-motus, participio passato di e-movere, ossia muovere, smuovere, trasportare, portare fuori.
Nessuna emozione è sbagliatao nociva: anche quando facciamo esperienza di emozioni negative estreme, particolarmente spiacevoli o dolorose,possono rivelarsi utili e necessarie, ad esempio per elaborare e superare dolori, lutti o difficoltà.
Il problema nasce tuttavia quando l’emozione, invece di esprimere uno “smuovere” o un “portare fuori”, rimane bloccata “dentro”, intrappolata, come in prigione. In che modo può accadere?
Accadonotre cose quando facciamo esperienza di un’emozione.
In primo luogo, è il corpo e/o la mente a generare la vibrazione emozionale corrispondente. Successivamente, iniziamo a sentire l’emozione e ogni pensiero o sensazione fisica a essa associata. Da ultimo, scegliamo di lasciare andare l’emozione e di procedere oltre, dopo un periodo che può variare da pochi secondi a diversi minuti.
Quest’ultima fase si chiamaelaborazione e, una volta completata, ci permette di andare oltre l’esperienza emotiva, che non dovrebbe così causare alcun tipo di ripercussione o problema.
Come nasce un’emozione congelata o intrappolata?
Tuttavia, se la seconda o terza fase vengono interrotte, l’esperienza emotiva risulta incompleta ed è verosimile che l’energia associata all’emozione rimanga intrappolata nel corpo, come congelata.
Non conosciamo ancora tutte le ragioni che impediscono l’elaborazione completa delle emozioni. Sembra che quanto più l’emozione sia travolgente o intensa, tanto più risulti probabile che rimanga intrappolata.
Ci potrebbero essere anche altre ragioni, come una debolezza del corpo, o la presenza di molte emozioni similari, rimaste precedentemente intrappolate nel corpo.
Che cos’è un’emozione intrappolata?
“Possiamo pensare a un’emozione intrappolata come a una sfera di energia, essendo esattamente questo ciò che è.Tutto nell’universo è fatto di energia e le emozioni non costituiscono un’eccezione”. Le emozioni intrappolate hanno una dimensione e una forma, anche se sono invisibili e sono costituite solo di energia. Secondo il dottor Nelson di solito sembrano variare in dimensione da quella di un’albicocca a quella di un melone. Dato che anche il corpo è costituito in ultima istanza di energia, e dato cheogni emozione ha la sua frequenza vibrazionale specifica, la presenza di emozioni intrappolate interferisce con il naturale campo elettromagnetico vibrazionale del corpo, generando profonde influenze a livello mentale, emozionale e fisico.
In genere solo quando diverse emozioni intrappolate si addensano in una medesima regione del corpo, tipicamente un organo o un tessuto debole, magari per predisposizione genetica o perché soggetto a una particolare sollecitazione e usura, (come ad esempio il gomito del tennista o la spalla del violinista) emergono i sintomi, sia fisici che psicologici.
Inoltre, se si haun’emozione intrappolata, si attireràmaggiormente quell’emozione nella vita. Si tenderà a sentire quell’emozione più facilmente e più spesso di quanto accadrebbe normalmente.Le emozioni intrappolate saranno dunque sempre localizzate da qualche parte nel corpo e i tessuti corporei che si trovano all’interno di quella sfera tenderanno a entrare in risonanza con l’energia vibrazionale dell’emozione intrappolata. In altre parole, quei tessuti sperimenteranno effettivamente di continuo quella vibrazione emozionale.
Supponete di avere un’emozione intrappolata di rabbia. L’avete tenuta dentro per anni, senza nemmeno sapere che fosse lì. Di conseguenza, quando vi imbatterete in una situazione in cui potreste arrabbiati, è molto più probabile che diventerete arrabbiati perché, in un modo affascinante, letteralmente una parte di voi lo è già.
Se una parte del nostro corpo sta già vibrando alla frequenza corrispondente alla rabbia per un’emozione intrappolata, è molto più facile che il vostro intero essere entri in risonanza con la rabbia quando accade qualcosa che potrebbe suscitare una vostra risposta rabbiosa.A volte le persone non capiscono perché si lascino provocarecosì facilmente o perché non riescono a scrollarsi di dosso certe emozioni. Perché spesso è l’emozione stessa con cui stanno lottando a essere intrappolata in loro, da un’esperienza passata che difficilmente potrebbero ricordare.
Questo è il motivo per cui quando vengono rilasciate le emozioni intrappolate l’effetto è incomparabile rispetto a qualsiasi altra forma di terapia. Spesso, l’emozione e il comportamento,da cui era così difficile liberarsi, semplicemente svaniscono.
Come afferma il dottor Nelson: “Può sembrare quasi troppo semplice da credere, ma una volta che lo sperimenteretesu voi stessi, capirete. Finché non rilasciate le vostre emozioni intrappolate, continuerete a lottare contro la loro pesante influenza”.